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Reggio Emilia, qualcosa di diverso

Reggio Emilia, qualcosa di diverso

Reggio Emilia è una città antica e ricca di storia, che ha saputo rinnovarsi e reinventarsi in chiave contemporanea. La città romana, Il caratteristico impianto medievale, le cupole barocche e i palazzi manieristi e neoclassici, le basiliche e i magnifici chiostri, il dedalo di strade e le rinnovate piazze vanno a braccetto con le architetture contemporanee e le opere di arte pubblica che definiscono il nuovo skyline della città. Ma Reggio Emilia è molto di più: è anche la città della bicicletta, punto di partenza di cammini e sentieri, l’archeologia industriale e le riqualificazioni urbane, la città dell’educazione e del Tricolore, qui nato nel 1797. Qui si respira un’atmosfera unica, tutta da scoprire.

 

QUATTRO PROPOSTE ALLA SCOPERTA DELLA CITTÀ

1. Regium Lepidi, la città storica

Reggio Emilia nasce da un incrocio o, più esattamente, da un incontro: dal punto che indica il centro esatto di Reggio Emilia (Gromae Locus), la città ha iniziato a crescere e a svilupparsi. Sorta come presidio militare sulla via Emilia, l’importante arteria stradale costruita nel 187 a.C. per volontà del console Marco Emilio Lepido divenne ben resto una delle aree più floride dell’impero conquistando il titolo di Regium Lepidi. Passeggiando per il centro storico è possibile ammirare antichi resti romani al Palazzo dei Musei e ai Giardini Pubblici, nel Palazzo Spalletti Trivelli e al Museo Diocesano.

Il Medioevo e il Rinascimento sono epoche testimoniate da capolavori quali la Basilica della Beata Vergine della Ghiara (“Cappella Sistina del Seicento emiliano”, la definì Federico Zeri), la cattedrale di s.Maria Assunta e la cinquecentesca basilica di San Prospero con il campanile ottagonale progettato con la guida di Giulio Romano, la cui mano si ravvisa anche nei magnifici Chiostri benedettini di San Pietro, gioiello del XVI secolo.

Nella stessa piazza il Municipio con la settecentesca Sala del Tricolore e il Museo dedicato al vessillo nazionale, con una sezione napoleonica, una risorgimentale e una sezione – Ispirazione Tricolore – dedicata ad opere d’arte contemporanea. Da non perdere i Musei civici, con il loro ricco patrimonio di collezioni archeologiche, artistiche e naturalistiche inusuali e originali nella cornice di una recente riqualificazione dall’arch. Italo Rota.

 

2. Il contemporaneo che avanza

Reggio Emilia, impossibile perderla di vista dalla ferrovia AV o percorrendo l’Autostrada del Sole. I suoi landmark – la Stazione ferroviaria Mediopadana, con la sua irresistibile dinamicità e spinta futuribile all’interno del prestigioso Parco progetti di Santiago Calatrava – sono inconfondibili punti di riferimento nella pianura sullo sfondo delle colline preappenniniche.

Opere di arte pubblica si possono ammirare in spettacolari opere-installazioni in luoghi pubblici quali Whirls and Twirls di Sol Lewitt dipinto nella volta della sala di lettura settecentesca della Biblioteca municipale ‘Panizzi’, Less Than di Robert Morris ai Chiostri di san Domenico, L’Araba Fenice di Luciano Fabro nella sede universitaria di palazzo Dossetti, Danza di astri e di stelle di Eliseo Mattiacci alla Fonderia, sede di Aterballetto e Croce di Luce di Claudio Parmiggiani al Palazzo dei Musei. Lo stesso Palazzo merita una visita alle collezioni ed alle mostre fotografiche di Luigi Ghirri. L’intero edificio è stato oggetto di una importante riqualificazione e riallestimento firmato dall’architetto Italo Rota con una sezione permanente dedicata alla fotografia ed al patrimonio di Luigi Ghirri. Sulla facciata dei Musei, inoltre, campeggia CuriosaMeravigliosa, un’imponente opera di Joan Fontcuberta composta da 12.000 scatti fotografici inviati dai reggiani che compongono uno spettacolare foto mosaico in ceramica. Un’opera da osservare, studiare e replicare in classe con i propri alunni.

Nella Cattedrale di santa Maria Assunta si trovano affascinanti innesti di arte liturgica contemporanea di Claudio Parmiggiani, Ettore Spalletti, Graziano Pompili, Giovanni Menada.

Numerosi altri luoghi della città sono stati riqualificati in chiave contemporanea: le piazze Roversi, Gioberti, Martiri del VII luglio 1960, della Vittoria, XXIV maggio, i Chiostri di San Pietro, lo spazio Gerra, l’estense viale Umberto I – progetti che hanno ricevuto premi e riconoscimenti – così come l’enorme area delle ex Officine Meccaniche Reggiane, un esempio riuscito di recupero e riqualificazione di archeologia industriale, oggi luogo di ricerca, innovazione e… set cinematografici.

Il contemporaneo a Reggio Emilia è nella rassegna primaverile Fotografia Europea, punto di riferimento internazionale dell’arte fotografica, nella permanente Collezione Maramotti, nelle mostre temporanee dei Musei civici e di Palazzo Magnani, molto attenti al Novecento e alle produzioni del presente che propongono attività didattiche legate alle collezioni ed alle esposizioni.

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3. Reggio Emilia green

Reggio Emilia è una città green: a piedi o in bicicletta si può apprezzarne l’originale way of life. Con una bici, anche a noleggio (in bike sharing), si possono percorrere una parte dei 205 chilometri di ciclabili (la rete più estesa in Italia in rapporto al numero di abitanti), lungo le strade affiancate a tratti da sorprendenti sequenze di portici, nelle piazze pedonali del centro e nei parchi pubblici. Partendo da Palazzo dei Musei si possono intraprendere il Cammino della Via Matildica del Volto Santo, che collega Mantova a Lucca e qui attraversa le terre della grancontessa Matilde di Canossa (un passaggio al Museo Diocesano è d’obbligo), il Sentiero dei Ducati che collega alla Lunigiana sempre passando nelle terre canossiane (toccando Esploworld, un eco-family park pensato per i bambini), il sentiero Spallanzani che da Reggio raggiunge San Pellegrino il Alpe, sul crinale tosco-emiliano (tappa obbligata la collezione settecentesca custodita nel museo).

Ma anche il parco inclusivo del Campus San Lazzaro (un passaggio nel Museo di Storia della psichiatria è d’obbligo), una gita a Gavasseto in primavera a vedere i nidi delle cicogne e l’Oasi WWF di Marmirolo, passando per il Mauriziano, la casa natale di Ludovico Ariosto.

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4. Reggio Emilia la città dell’educazione e dell’inclusione

Reggio Emilia la città dei bambini, dell’educazione, degli ‘asili più belli del mondo’ decretati da Newsweek già negli anni Novanta.

Tale vocazione si riflette nelle istituzioni che propongono laboratori ed esperienze per tutte le età e con un approccio inclusivo verso le persone con disabilità.

Ai Musei civici è possibile scegliere fra laboratori, visite e attività esperienziali sulle tematiche del tempo, arti, scienze, geografia ed educazione civica. Un dialogo fra i ragazzi e i materiali presenti nelle collezioni utile a stimolare il pensiero critico, suscitare curiosità e ispirare la creatività. L’approccio interdisciplinare va dall’Archeologia all’Etnografia, dalla Storia dell’arte alla Storia Naturale fino a quella della bandiera Tricolore e al Museo di Storia della Psichiatria, un unicum (vedi allegato).

Le Biblioteche reggiane propongono attività sui temi dell’ambiente, arti, cinema, danza, educazione alla cittadinanza, intercultura, letteratura, musica, scienze naturali, storia, teatro (vedi allegato).

Il Centro internazionale dell’infanzia Loris Malaguzzi, cuore della Fondazione Reggio Children, dove si studia e si diffonde il Reggio Emilia Approach che da decenni fa di questa città la capitale del pensiero pedagogico e dell’infanzia, offre a studenti e docenti possibilità ed esperienze. I suoi laboratori ed atelier offrono esperienze sulla luce, i paesaggi digitali, la carta, le arti visive… (vedi allegato).

Palazzo Magnani propone una didattica laboratoriale, esperienziale e narrativa collegata alle mostre temporanee dell’anno, in particolare ITALIA IN-ATTESA. Dodici fotografi italiani di fama internazionale incrociano il loro sguardo in luoghi del paesaggio urbano ed extra-urbano senza la presenza dell’uomo; l’altra mostra dell’anno è L’ARTE INQUIETA. L’urgenza della creazione da Paul Klee a Anselm Kiefer. Un percorso espositivo che esplora il tema dell’identità, un’identità inquieta che interroga il nostro tempo, attraverso 140 opere, dipinti, sculture, disegni, grafiche e libri d’artista di 57 artisti. (vedi allegato)

Incastonato fra due piazze recentemente riqualificate si erge l’ottocentesco Teatro Municipale Romolo Valli, punta di diamante della programmazione culturale reggiana. Qui, nel 1961, ha debuttato Luciano Pavarotti ne La Bohème e negli anni ha ospitato artisti illustri e compagnie internazionali. Insieme al Teatro Ariosto, dedicato al celebre poeta reggiano, e alla Cavallerizza i tre Teatri offrono ha una ricca programmazione culturale ai ragazzi di ogni età. Un modo per avvicinare le scuole all’arte scenica e scoprire i segreti di uno dei più bei teatri italiani. Le visite guidate al teatro Valli iniziano dai sotterranei fino alla sala dei pittori, passando tra gallerie, corridoi, scale, macchine sceniche, orologi fino allo straordinario lampadario Astrolampo. Un posto magico da scoprire e da vivere durante ogni stagione dell’anno.

In primavera poi, la città si anima con due festival dedicati ai più piccoli: ReggioNarra, tra strade, piazze, cortili e teatri porta i bambini di ogni parte d’Italia ad ascoltare le fiabe e le favole raccontate dagli adulti, attori professionisti e non.

Internazionale Kids è il festival dell’omonimo mensile che spiega ai giovani lettori tra i 7 e i 13 anni i grandi temi dell’attualità. Lanciato dal settimanale Internazionale nel 2019, la redazione della rivista ha scelto proprio Reggio Emilia come casa del suo festival.

Perchè a Reggio Emilia c’è davvero qualcosa di diverso.

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