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Ente Nazionale Ceco per il Turismo
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Czech Cultural Institute, Via G.B. Morgagni, 20, 20129 Milano, MI, Italia
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Pilsen
Pilsen, Cechia
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Imparare divertendosi a Pilsen

SPUMEGGIANTE PER LA BOEMA SOSPESA TRA PASSATO E FUTURO

In quanto culla e capitale assoluta della birra più amata e “copiata” al mondo, la bionda Pilsner, si potrebbe pensare che Pilsen non sia una destinazione adatta a una gita scolastica. E si cadrebbe in errore.

Nel capoluogo della Boemia occidentale, facilmente raggiungibile da Praga, c’è molto da vedere, fare e imparare. Per tutti, minorenni e astemi compresi. Inevitabilmente e fieramente sempre associata alla produzione della madre di tutte le birre bionde del mondo, la città boema di Pilsen è in realtà anche molto altro.

Con il suo centro storico magnificamente ancora intatto, eppure scosso da vibrazioni sempre nuove offre infiniti spunti per un viaggio d’istruzione, non solo per riflettere sul passato ma anche per vivere il presente e immaginare il futuro. Capitale Europea della Cultura nel 2015, è un piccolo concentrato di grandi monumenti, da visitare assolutamente. A partire dalla splendida cattedrale gotica, intitolata a San Bartolomeo, con, tra l’altro, un campanile panoramico che con i suoi oltre 102 metri è il più alto di tutta la Repubblica Ceca. Per non parlare della monumentale Sinagoga, seconda d’Europa e terza del mondo per grandezza. In stile moresco-romanico, sfoggia una facciata solenne, orlata da torri con cupola a cipolla e da una grande stella di David come rosone. Costruita nel 1893 e simbolo dello stretto legame della città con la comunità ebraica, è sopravvissuta alla furia nazista perché durante la Seconda Guerra Mondiale fu trasformata in un grande deposito e oggi è sito non solo religioso, ma anche culturale. Il Municipio rinascimentale, poi, cela una sorpresa inaspettata: al suo interno conserva una chiesa francescana gotico-barocca.

Per un assaggio di architettura moderna, infine, è possibile avere accesso agli interni degli appartamenti Kraus e Vogl, di casa Brumm e della residenza Semler, tutti firmati dall’austriaco Adolf Loos, archistar di inizio Novecento.

I diversi tour guidati conducono nel mondo di eleganza e stile dell’interior design in un tripudio di salotti lussuosi, raffinate sale da pranzo, pareti a specchio, boiserie, caminetti-gioiello e bagni-capolavoro, ma anche accessori, soprammobili, opere d’arte e ammennicoli vari.

Tranquilli però: a Pilsen potete star certi non solo di non ammorbare esageratamente le classi con citazioni più o meno antiche, ma al contrario di riuscire a coinvolgere i ragazzi nel tour con una serie di attività didattiche, ludiche, interattive e curiose. A voi sfruttare al meglio le carte di una partita tutta da giocare… Noi possiamo però suggerirvi qualche asso. Il jolly in assoluto è certamente Techmania, avveniristico centro scientifico, dove la matematica e la fisica diventano letteralmente un gioco da ragazzi. In questa straordinaria riconversione di quella che era la fabbrica delle auto Skoda (utilizzata in tempi bui tra l’altro per produrre armi), oggi non solo è possibile, ma addirittura doveroso toccare tutto, esplorare, sperimentare. Divertendosi, si scoprono tutti i segreti della natura e della scienza in modo empirico. Per esempio, s’impara come funzionano il sottovuoto, la scossa elettrica, il forno a microonde, quante calorie al giorno si consumano con un lavoro sedentario e uno faticoso… Non mancano nemmeno il Water World, da cui è impossibile uscire asciutti, e l’esperienza Going Underground per viaggiare virtualmente nelle viscere della terra. Vietato, infine, andarsene senza aver visitato il planetario 3D.

Finito il tour, garantito, l’unico mistero irrisolto sarà chi si sia divertito di più, se i docenti o gli studenti. Cambiando decisamente genere, vanta un fascino senza età anche il Museo delle marionette, la cui produzione artigianale ha lunghissime radici in Cechia e autorevoli rappresentanti a Pilsen. Nel museo, in pieno centro, si ripercorre l’intera storia, a tinte sgargianti, non solo di un’arte antica, ma anche dell’affascinante mondo dei teatrini itineranti e dei loro abili burattinai. Neanche a dirlo, ci si può destreggiare nella difficile arte di muovere i fili e accettare altre sfide a tema. In superficie non mancano poi musei, gallerie e memoriali dove ripassare la storia in modo efficace e vivido, ma volete mettere un tuffo nella Pilsen underground? Sotto la città corre infatti una rete fitta di cunicoli medievali, scavati su tre livelli, a partire dal XIV secolo, per fornire agli abitanti una via di fuga in caso di assedio, ma anche per conservare cibo e birra e soprattutto per garantire accesso ai numerosi pozzi d’acqua sotterranei (un tempo più di 300). Oggi una parte di questo mondo nascosto è visitabile e godibile, grazie a cantine, ristoranti e bar accoglienti ricavati nel primo livello. L’accesso a questa chicca ipogea è dal Museo della Birra, al quale vale assolutamente la pena di programmare una visita, seppure alcol-free.

Allestito nell’unico edificio storico adibito a birrificio oggi sopravvissuto a Pilsen, tra mura quattrocentesche racconta la birra dalle sue lontanissime origini fino al titolo di bevanda nazionale e alla conquista del mondo. Una storia letteralmente spumeggiante, che viene rievocata attraverso postazioni interattive, pannelli illustrativi, dimostrazioni, antiche attrezzature, sale tematiche, collezioni anche curiose, laboratori. Per un interessante parallelo tra passato e presente, il consiglio è ovviamente di visitare anche i birrifici ancora in opera in città e nei dintorni, a partire dal famosissimo Pilsner Urquell che a ricette, procedimenti e saperi antichi sposa tecnologie modernissime.

Se volete esser certi però di conquistare le vostre classi, ecco infine DEPO2015: un vivacissimo centro culturale, espositivo e di aggregazione ricavato – proprio nel 2015, in occasione della nomina di Pilsen a Capitale Europea della Cultura – in un ex deposito di autobus. Qui si svolgono eventi di ogni genere: festival, design show, mostre, concerti, raduni, rassegne gastronomiche, mercatini. Tutto tra le geometrie dell’architettura industriale e i profumi internazionali dello street food.

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